De golflengte van Onda Italiana is vrij.
Het is de frequentie van de Italiaanse radio in Amsterdam. Het is ook het begin van een cultureel avontuur dat theater, onderwijs, films en nog meer bevat.
Omdat cultuur de wereld kan veranderen, meer dan politiek en zelfs meer dan economie. Geloven jullie dat?

La lunghezza d'onda di Onda Italiana è libera.
È la frequenza della radio italiana di Amsterdam. Ed è anche l'inizio di un'avventura culturale che comprende teatro, didattica, cinema e altro.
Perché la cultura può cambiare il mondo, anche più della politica o persino dell'economia. Non credete?



donderdag 10 november 2011

Il cinismo è morto

Lo scorso fine settimana ho visto diversi spettacoli teatrali.
Il primo è stato messo in scena da un amico e collega al teatro del Melkweg. Un’ora di teatro dove si sono alternate coreografie e racconti. Meglio la parte coreografia devo dire: l’attore unico della pièce è un mago nel creare immagini con il proprio corpo nello spazio. Guardarne i movimenti un piacere assoluto. I testi narrati tra i vari momenti coreografici erano invece poco convincenti in quanto poco chiari contenutisticamente e malamente recitati. Insomma non si capiva di cosa si stesse parlando.
Il secondo non era uno spettacolo vero e proprio, ma un ‘salone teatrale’. Un podio aperto a diversi performer (sono stato uno di loro mesi fa con Wasmachine). Questo salone è assolutamente piacevole, tra una perfomance e l’altra c’è bella musica di sottofondo e si può chiacchierare e fare conoscenze. Ma gli acts teatrali non mi hanno convinto. Così pure non ero assolutamente convinto del valore dello spettacolo precedentemente visto al Melkweg.

Il problema di entrambi i momenti teatrali ai quali ho assistito non era di natura formale. Non mi ha disturbato la messa in scena (per altro spesso buona) delle varie pièce. Quello che invece assolutamente mi sono mancati, sono i contenuti. Ho assistito a un teatro completamente estetico, che va guardato come cosa in sè (l’arte per l’arte). Teatro alternativo, teatro di sperimentazione, certo, ma comunque completamente svuotato di significati. E dunque manieristico pur nella sua pretesa alternatività. Teatro/intrattenimento dunque: in questo senso non tanto migliore di una qualsiasi produzione commerciale con format di cassetta.

La cultura deve tornare ai contenuti. Gli artisti devono scendere in piazza e rivendicare il proprio ruolo di analisti e interpreti dei cambiamenti sociali in atto. Chi fa teatro non può, in quanto produttore di cultura, a sua volta sottrarsi a una visione socio e perché no?, politica del proprio lavoro. Si deve chiudere con questo senso diffuso di fin de siècle, con il postmodernismo cinico dell' “abbiamo già visto tutto e sperimentato tutto e allora vaffanculo, divertiamoci con il non-sense”.

E a questo punto voglio dirlo: basta con il cinismo. Dichiariamone la morte. Non possiamo più sardonicamente sghignazzare della società e di chi ne è a capo, senza apertamente protestare e rivendicare cambiamenti radicali. Non dobbiamo più edonisticamente farci solleticare i sensi. Basta anche con l’edonismo. Quello dell’intrattenimento facile e spensierato, demagogicamente e paternalisticamente “per tutti”.
E basta anche allora ai pranzi e alle cene, al cibo come piacere, al sesso che ormai non ha più niente di liberazione sessuale ma è solo edonistic/animalesco/liberatorio del basso ventre.
Insomma riappropriamoci dei nostri cervelli assopiti e mandiamo in vacanza apparati digerenti e apparati genitali.

In questo momento storico-sociale abbiamo bisogno di capire. La cultura ha un ruolo insostituibile in questo. Non la cultura/intrattenimento sponsorizzato da una compagnia di assicurazione. Non quella. Ma una cultura/stimolo che ci faccia aprire gli occhi, che veda e preveda gli sviluppi del nostro vivere sociale. Una cultura educativa, come già Brecht, ad esempio, a suo tempo proponeva un teatro didattico. Una cultura/controcultura, una cultura di protesta, una cultura che non si vergogni di voler cambiare il mondo.
Uomini di spettacolo, artisti e intellettuali hanno l’assoluto dovere di inserire contenuti e non edonismo nel proprio lavoro. E il pubblico a sua volta ha il dovere di esigere di non essere preso in giro e dunque il diritto di ricevere una cultura ricca di significati
.

Se non fai niente la paura aumenta.

La speranza la devi costruire, la speranza è una capacità.
Se riesci ad immaginare di poter fare qualcosa, sei libero di costruirtela.
Se non lo fai, se ti rassegni al realismo, sei miseria. [Pier Paolo Pasolini]

woensdag 9 november 2011

'NAMES' (who is responsible)

'NAMES' (who is responsible)
Quelli di Astaroth at Occupy Amsterdam
5 november 2011