De golflengte van Onda Italiana is vrij.
Het is de frequentie van de Italiaanse radio in Amsterdam. Het is ook het begin van een cultureel avontuur dat theater, onderwijs, films en nog meer bevat.
Omdat cultuur de wereld kan veranderen, meer dan politiek en zelfs meer dan economie. Geloven jullie dat?

La lunghezza d'onda di Onda Italiana è libera.
È la frequenza della radio italiana di Amsterdam. Ed è anche l'inizio di un'avventura culturale che comprende teatro, didattica, cinema e altro.
Perché la cultura può cambiare il mondo, anche più della politica o persino dell'economia. Non credete?



dinsdag 27 september 2011

L'Avaro


Premiere dell’Avaro (De Vrek) di Moliere due pomeriggi fa a Stadsscouwburg di Amsterdam. La messinscena è firmata dal regista Ivo van Hove, uno dei grandi del teatro olandese. La compagnia teatrale è Toneelgroep Amsterdam che con il suo solo nome assicura un livello artistico non facilmente raggiungibile.

E allora davvero i superlativi ci stanno tutti: una produzione eccezionale, una messinscena sorprendente, un concept artistico all’avanguardia. Ma cosa rende questo Avaro così speciale? L’attualizzazione del testo classico per cominciare. Già la traduzione di Gerardjan Rijnders è dissacratoria, propone una lingua attuale, cruda, senza virtuosismi e strizzate d’occhio al classico. Poi le scelte della regia: schermi dovunque, informazioni ricercate su google, i media dietro ogni angolo insomma. E ancora il grande disordine che regna sulla scena: oggetti dovunque, pezzi di vita quotidiana e di ordinario consumismo sparsi a viva vista. Una delle scene più pazzesche è proprio quando i personaggi tutti insieme cominciano a mettere ordine in questo caos. Impossibile tentativo: alla fine il disordine è esattamente uguale a prima.

Se confronto questa produzione con una italiana (questa del famoso Gabriele Lavia ad esempio) la differenza salta spietatamente all’occhio. Se nel teatro olandese e dunque in questo Avaro dal Toneelgroep Amsterdam regna l’innovazione, la ricerca, la sperimentazione, l’aggancio costante con la società attuale, nel teatro italiano ci si affida a un manierismo estetico, alla tranquilla ripetizione e a una recitazione scolastica e immediatamente espressionista.

E parliamo allora della recitazione. Arpagone, l’avaro protagonista, viene interpretato da un gigante come Hans Kesting. Una recitazione dinoccolata e intensa, urlata grossolanamente e infinitamente delicata, sorprendentemente quotidiana e ovviamente universale. Hans Kesting è un modello, una scuola di recitazione vivente.
È vera la critica che la mia amica e collega di Quelli di Astaroth ha fatto alla recitazione. Se l’attore protagonista è di alto livello, lo stesso non si può dire per gli altri attori. Bravi, certo, ma a volte deboli, con cali di energia, non sempre convincenti. Non tutti e sette ovviamente, ma l’attrice – figlia di Arpagone ad esempio o la bella Marianne: in queste attrici il pericolo della recitazione televisiva, da soap, è dietro l’angolo.
E questa è dunque una critica che si può sicuramente fare ad un paio di attori questo Avaro e al teatro in generale: Attenzione! L’attore teatrale sia e rimanga teatrale. Non gli venga in mente, per popolarità o populismo, per desiderio di successo o di carriera, di mettersi a recitare a teatro come farebbe in una qualsiasi serie televisiva. La magia del teatro non tollera la banalità, addirittura la volgarità, della televisione.

Avere assistito a questa premiere nella sala del più importante teatro di Amsterdam mi riempie un poco di orgoglio, me lo si conceda. Io e la mia amica/collega come unici italiani in mezzo a un selezionato pubblico olandese. Ma ben più importante di questa punta di orgoglio è la lezione già nota, ma mai a sufficienza ripetuta e imparata: il teatro è una grande arte, un canale unico e insostituibile di rappresentazione e di comunicazione umana.
Il teatro vive, vuole vivere e deve assolutamente essere mantenuto in vita. Guai a renderlo di maniera, stucchevole, ripetitivo, “classico” e dunque innocuo o addirittura superfluo. Il teatro come ogni arte e ogni cultura ha il dovere di stupirci, divertirci e soprattutto stimolarci e farci pensare.

Un “classico” come l’Avaro di Moliere può allora diventare lo specchio che riflette il mondo di oggi. Il mondo del materialismo e dell’avidità, dei banchieri e degli speculatori in borsa con i loro guadagni sproporzionati e le loro crisi economiche che paghiamo sempre noi e mai loro. In questo Avaro che ho appena visto i riferimenti a tutto ciò erano chiari, quasi scontati. Così deve essere il teatro: generoso nella recitazione e nella messinscena, ricco nei contenuti.
L’avarizia, l’avidità le si lascino ai politici, ai finanzieri e ai top manager che nella loro meschinità, della cultura vogliono fare un prodotto, una merce, un nulla incorniciato.

E anche per me che il teatro voglio anche “farlo” e recitarlo è stato un Avaro generoso più che mai.

vrijdag 16 september 2011

Beursplein Amsterdam: 'Yes We Camp!'



















Zaterdag 17/9: op naar het Beursplein!
Het moet, het is nodig. Zelfs de Metro heeft al een artikeltje hierover. En nu de rest van de media en vooral de mensen.
"Mensen boven geld"

donderdag 15 september 2011

Oi CLOWNS - An Homage To Federico Fellini (trailer)

Maestro Federico Fellini is niet in Rome op dit moment. Hij rijdt in zijn schitterende Londense taxi door Amsterdam. Hij komt allerlei personages tegen...
Een film van Eric Wobma. Met Daniël Bossevain, Hans Dagelet, Roberto Bacchilega, Anna Schoen, Joyce Stevens, Jack Wouterse.
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Il grande regista Federico Fellini non si trova a Roma in questo momento. Fa invece un bel giro di Amsterdam guidando il suo sfavillante taxi londinese. E incontra personaggi di ogni tipo...
Un film di Eric Wobma.Con Daniël Bossevain, Hans Dagelet, Roberto Bacchilega, Anna Schoen, Joyce Stevens, Jack Wouterse.

woensdag 14 september 2011

Schrijvers

Vorige week is de week van de schrijvers geweest. In deze volgorde: de schrijfster Elvira Seminara die de vertaling van haar roman ‘L’indecenza’ heeft gepresenteerd en de schrijver Andrea Bajani, ook twee keer vertaald in het Nederlands, die in Libreria Bonardi zijn laatste roman heeft gepresenteerd.

Tijdens hun presentatie hebben beide schrijvers interessante onderwerpen besproken.
In haar blog bespeekt Elvira Seminara de kracht van virtuele communicatie. ‘Social Networks’ (Facebook en al zijn clones) en online forums vervangen steeds meer de rol van de echte ontmoeting, het samenzijn, het bezoek aan elkaar. Mensen zitten liever voor een computer i.p.v. bij elkaar te komen. In een land als Italië, de social networks vervangen in feite de ‘piazza’, het plein waar mensen bij elkaar komen om te socialiseren. Meningen worden virtueel uitgewisseld, protesten vinden ook bijna uitsluitend plaats op internet forums.
Een tijdje geleden riep ik: 'Stuur me alsjeblieft geen online petitie meer'. Ik heb er geen zin in om ergens te klikken om zo’n petitie te tekenen. Geef mij de straat, het plein, dáár moeten we onze stem laten horen en echte protestacties organiseren. Ik citeer Mister Giuliano Assangio. In de voorstelling ‘WikiLove’ zegt hij:

“Nobody goes to the streets anymore to make protests, demonstrations or revolutions. People prefer to stay in front of a screen”
En ook: “I mean, look to what people really want. They want to meet, to have contacts. But not for real, that’s too scary. (They meet) virtually through their screens. And that’s safe!”

Interessant van de Andrea Bajani is dat Oost- Europese Landen een grote rol spelen in zijn laatste twee romans.
In het bijzonder komt in ‘Se consideri le colpe’ Roemenië naar voren. Voor ons van Scuola d’Italia dubbel interessant, want dit is als een van de leesboeken voor dit cursusjaar uitgekozen. In het verhaal wordt Roemenië vandaag de dag gekoloniseerd door Italiaanse ondernemers die daar voor zeer lage arbeidskosten het fabriceren van hun producten hebben verplaatst. In de woorden van deze Italiaanse (kapitalistische) avonturiers wordt Roemenië dan een ‘new Far West’ maar dan in het Oosten.
En dan de woorden van Bajani zelfs tijdens het interview met Radio Onda Italiana: ‘Ik vind het zo merkwaardig dat we van buitenlanders die naar ‘ons’ komen een snelle en volledige integratie en acceptatie van onze westerse cultuur verwachten. Als we dan andere delen van de wereld economisch of militair gaan koloniseren, voelen we geen enkele integratieplicht, tonen we geen belanstelling tegenover hun culturen en hun gewoonten. We leren zelfs geen woord van hun taal, zelfs niet om gedag te zeggen’


So, er is weer stof om na te denken.
Wie soms naar de interviews met deze schrijvers geïnteresseerd is, kan de uitzending van Radio Onda Italiana van as dinsdag 20 september om 20.00 uur luisteren (in het Italiaans).