De golflengte van Onda Italiana is vrij.
Het is de frequentie van de Italiaanse radio in Amsterdam. Het is ook het begin van een cultureel avontuur dat theater, onderwijs, films en nog meer bevat.
Omdat cultuur de wereld kan veranderen, meer dan politiek en zelfs meer dan economie. Geloven jullie dat?

La lunghezza d'onda di Onda Italiana è libera.
È la frequenza della radio italiana di Amsterdam. Ed è anche l'inizio di un'avventura culturale che comprende teatro, didattica, cinema e altro.
Perché la cultura può cambiare il mondo, anche più della politica o persino dell'economia. Non credete?



zaterdag 24 december 2011

Trappola per Topi



















Al Teatro Masini di Faenza in questi giorni è di scena 'Mousetrap', giallo classico di Agatha Christie dove è di rigore cercare di scoprire chi è l'assassino prima che alla fine l'insospettabile uccisore venga comunque rivelato.

Nella mia città natale, dove mi trovo per far visita a ciò che è rimasto della mia famiglia, il Masini era, almeno negli anni della mia giovinezza, il teatro comunale dell'agiata borghesia di provincia. Un bel teatro settecentesco come ce ne sono tanti in Italia dove si va non solo per amore della cultura ma anche e forse soprattutto per vedere e farsi vedere, per
(ri)confermare la propria posizione sociale e per mostrare la propria pelliccia e i propri gioielli. Così era e così è ancora dopo tutti questi anni, il Teatro Masini di Faenza.

Mi fa fatto piacere rivedere questo piccolo scrigno della cultura teatrale locale e in particolare è stato interessante vedere una produzione teatrale italiana 'professionale'. Un paio di nomi: La messa in scena di 'Trappola per topi' è a cura dalla compagnia 'Attori e tecnici' per la regia di Stefano Messina. La traduzione del testo è importante: nientepocodimeno che Edoardo Erba, a noi già noto come autore di testi come 'Vizio di famiglia' 'Venditori' e 'L'intervista' che noi di ‘Quelli di Astaroth’ abbiamo provveduto a rappresentare ad Amsterdam .

Vedere questa impeccabile e un po’ scolastica rappresentazione del classico di Agatha Christie ha in ogni caso confermato quello che so già da tempo: il teatro è alternativo. Alternativo alla televisione e al cinema. Se ‘Mousetrap’ messa in scena per la prima volta nel 1952 nel West End di Londra aveva allora un senso, nei nostri tempi filmico-televisivi non è facile capirne il valore aggiunto. C’è sì una universalità in questo giallo teatrale: le tematiche del ‘noi crediamo di conoscere e di sapere ma in realtà non conosciamo e non sappiamo’ hanno una validità in qualsiasi salsa le si proponga. Agatha Christie le ha infatti sapientemente integrate nel suo thriller. Ma un giallo rimane un giallo e oggigiorno televisione e cinema ce lo possono proporre con tanto di ambientazione semi-realistica. A questo punto meglio il ‘tele-cinema’ allora, se non altro per questo genere.

Meglio lasciare al teatro il compito di seguire percorsi narrativi e rappresentativi alternativi dove fantasia, suggestione, surreale, iper-reale e rappresentazione non verbale abbiano un loro spazio proprio e significativo. Il teatro deve essere oggi più che mai ricerca, allargamento di confini e orizzonti. Il teatro deve rivolgersi al futuro e cercare continuamente l’avanguardia, la società, lo stimolo innovativo. Questa ‘Trappola per topi’ al Masini rappresenta al contrario un’operazione archeologica, dove però non abbiamo neppure l’emozione della scoperta della civiltà perduta. Teatro come vintage manieristico dunque e come tale completamente inutile e per me addirittura noioso. Edoardo Erba, in quanto scrittore della pièce ‘Vaiolo’ dovrebbe saperlo bene. Dovrebbe sapere che gli uomini del futuro in ‘Vaiolo’ ritroveranno un teatro dei nostri giorni e non saranno più in grado di riconoscerlo come tale. Ed è questo che dobbiamo evitare: la morte del teatro che diventa archeologia del presente. In Italia, ahimè, si fa tanto teatro morto che va solo bene per fare pendant con le pellicce, ahimè morte pure loro, delle signorotte ricco-borghesi. E allora perché non lo sconvolgiamo un po’ questo pubblico? Perché non risvegliarlo con il nuovo e lo stimolante? Perché non regalargli il brivido della sfida intellettuale?

dinsdag 13 december 2011

Italiaans in de praktijk: de taaluitwisseling
L'italiano in pratica: lo scambio linguistico

De laatste bijeenkomst voor docenten Italiaans waar ik uitgenodigd was, had een zeer theoretisch en wetenschappelijk programma. Interessante thema’s voor ingewijden maar geen enkele verbinding met de praktijk van het dagelijkse lesgeven. Dit is typisch van bijeenkomsten en lezingen van taaldocenten.

De theorie van taal en taalkunde is goed. Als docenten voelen we ons tevreden als we aan de buitenwereld kunnen tonen dat onze theoretische kennis in orde is.
Maar de praktijk van het lesgeven? In mijn dagelijkse ervaring speelt de motivatie een belangrijke rol.
Mijn cursisten leren Italiaans omdat ze dat “leuk” vinden. Ze houden van het Italië van vakantie en cultuur. Deze startmotivatie is goed maar het is mijn taak als docent de motivatie ook tijdens het leerproces hoog te houden. Soms kan de handeling van het “taal leren” moeizaam worden, zelfs de student veel van de Italiaanse taal houdt. Leren is discipline, inzet, tijd. Hoe kan ik dan, als docent, mijn cursisten blijven motiveren? Hoe blijft het leerproces “leuk” en stimulerend? En nog: wat kan ik bieden aan studenten voor wie het leren van het Italiaans soms “te moeilijk” wordt? Dit zijn praktische zaken, geen wetenschappelijke taalkundige theorieën. In mijn jarenlange ervaring als docent heb ik natuurlijk verschillende strategieën toegepast ter bevordering van motivatie en leerproces. Ik weet hoe een les interessant en stimulerend gemaakt moet worden. Maar kan ik zelf als docent nog iets leren om mijn functioneren tijdens de les verder te verbeteren?

Als docent sta je vaak alleen. Collega’s zijn allemaal individuen die alleen met hun eigen werk bezig zijn en die niet graag hun ervaringen met anderen delen. Dit is misschien een van de redenen waarom de docentenovereenkomsten vaak theoretisch zijn (terwijl ik graag juist zou willen dat ze meer praktisch georiënteerd zouden zijn)
Gelukkig heb ik mijn vragen aan een paar ervaren docenten kunnen stellen en uit deze gesprekken met de bijhorende brainstorming zijn een aantal interessante tips, informatie en inspiratie gekomen. Bijvoorbeeld over het “toedienen” van de grammatica en de audiomaterialen. En dan het leukste: het organiseren van interculturele thematische ontmoetingen. Tijdens deze ontmoetingen komen Italiaanse studenten die Nederlands aan het studeren zijn en Nederlanders die Italiaans aan het studeren zijn bij elkaar. Ze moeten dan verhalen, ervaringen, cultuur uitwisselen met elkaar. Het oude systeem van de taaluitwisseling met conversatie, maar dan met interessante en stimulerende thema’s. Hier een paar voorbeelden:
“Ik stel je voor…”
“Ik geef je als geschenk…”
“Ik vertel je…”
“Ik laat je zien…”

Deze ontmoetingen met taaluitwisseling worden voor Nederlanders en Italianen leerzame maar ook leuke momenten. Vanaf februari 2012 zal dit project van start gaan. Bedankt aan de collega’s die me helpen met het bedenken en de uitvoering van deze taaluitwisselingen. Meer informatie binnenkort op deze blog…

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L’ultimo incontro per docenti di italiano al quale sono stato invitato aveva, cosa tipica, un programma di carattere teorico e scientifico. Interessanti temi per gli addetti ai lavori, ma con la totale assenza di collegamenti alla pratica dell’insegnamento quotidiano.

Gli aspetti teorici della lingua e la linguistica sono importanti e come docenti ci sentiamo appagati se possiamo mostrare al mondo che la nostra conoscenza teorico-strutturale è a posto. Ma l’insegnamento nella sua pratica quotidiana? Nella mia esperienza di ogni giorno la motivazione gioca un ruolo fondamentale. I miei corsisti di italiano imparano la lingua per loro puro piacere personale. Amano l’Italia delle vacanze e della cultura. Questa iniziale motivazione va bene, ma è mio compito di insegnante il mantenere alto il livello di motivazione durante l’intero processo di apprendimento. Tale processo può diventare faticoso e difficoltoso persino in questa situazione ideale in cui lo studente ama la lingua italiana. Imparare significa disciplina, impegno e tempo. Come posso allora, come docente, continuare a motivare i miei corsisti? Come far rimanere il processo di apprendimento interessante e stimolante? E inoltre: cosa posso offrire a studenti per i quali l’apprendimento dell’italiano diventa talvolta “troppo difficile”? Queste sono situazioni concrete e non teorie scientifico-linguistiche.
Nella mia lunga carriera di insegnante ho naturalmente applicato diverse strategie a favore della motivazione e del processo di apprendimento. So come rendere una lezione stimolante e interessante. Come insegnante posso ancora imparare qualcosa per migliorare il mio modo di lavorare durante la lezione?

Come insegnante, è facile ritrovarsi solo. I colleghi non sono altro che individui isolati e occupati esclusivamente con il loro lavoro. Non condividono volentieri con altri le loro esperienze lavorative. Forse è questa una delle ragioni che rendono i convegni di docenti spesso così teorici, mentre io preferirei qualcosa di più pratico.
Per fortuna ho potuto porre le mie domande ad un paio di esperti insegnanti. Da questi colloqui con relativo brainstorming sono usciti interessanti consigli, informazioni e ispirazioni, per esempio sul come “somministrare” la grammatica e il materiale audio.
Tra le cose più interessanti questa: organizzare incontri tematici interculturali. Durante questi incontri si riuniscono studenti italiani di olandese e studenti olandesi di italiano che naturalmente si scambiano racconti, esperienze e cultura. Insomma si fa rivivere il vecchio buon sistema dello scambio linguistico con conversazione, ma stavolta con temi interessanti e stimolanti. Ecco alcuni esempi:
“Ti presento…”
“Ti faccio questo dono…”
“Ti racconto…”
“Ti mostro…”

Questi incontri di interscambio linguistico devono diventare momenti di piacevole apprendimento per italiani e olandesi. Il progetto partirà da febbraio 2012. Ringrazio già da ora i colleghi che mi aiutano nell’ideazione e nella realizzazione di questa attvità. Tra breve troverete maggiori informazioni su questo blog…

zaterdag 10 december 2011

Look what's frying in the pan

No need to speak Italian or Dutch. No need to speak at all. The first part and the end of this act is non-verbal. A fantastic way to communicate with everybody. And then of course the TV-show is in English, but this is the international language, isn't it?
Here the 'premiere' of Look what's frying in the pan at Salon Dada. A great Amsterdam venue and, as a performer, a very funny act to perform.